La Grande Mela, New York City

Perché New York è chiamata la Grande Mela: storia e gli altri soprannomi della città

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The Big Apple” = “La Grande Mela“.

New York City è conosciuta con questo soprannome curioso e, probabilmente, perfetto.

Infatti, l’immagine di una mela grande, rossa e succosa, tutta da mordere, evoca immediatamente le emozioni e le opportunità che la città più popolosa (a più amata!) degli USA può offrire.

Per conoscere come è nato il nickname di New York, continua a leggere questo articolo!

La storia del nome soprannome “The Big Apple”

Quando è nato il più importante soprannome di New York City? Ripercorriamo un po’ di storia.

Fine Ottocento: in America si parla di Big Apple senza riferimenti a New York

Alla fine del XIX secolo si parlava di “Big Apple” per indicare le vincite di una scommessa. La dicitura apparve per la prima volta “nero su bianco” nel 1847, sul numero di agosto di “The American Farmer”.

Try it once and we’ll bet you a big apple that you do it every year thereafter for the balance of your life.”

vale a dire:

Provatelo una volta e scommettiamo una grande mela che lo farete ogni anno per il resto della vostra vita.



Il quel periodo, però, mancava ogni collegamento tra l’immagine del frutto e quella della città di New York.

Anno 1909: prima citazione di New York come Grande Mela

La primissima menzione di New York City descritta in senso metaforico come una “grande mela” si ritrova in un libro del 1909.

Il volume era “The wayfarer in New York” (il viandante a New York”), di vari autori e con l’introduzione del giornalista ed editore Edward Sandford Martin.

Martin scrisse:

New York is merely one of the fruits of that great tree whose roots go down in the Mississippi Valley, and whose branches spread from one ocean to the other, but the tree has no great degree of affection for its fruit. It inclines to think that the big apple gets a disproportionate share of the national sap.

New York è solo uno dei frutti di quel grande albero le cui radici affondano nella valle del Mississippi e i cui rami si estendono da un oceano all’altro, ma l’albero non ha un grande affetto per i suoi frutti. Si tende a pensare che la grande mela riceva una quota sproporzionata della linfa nazionale.

Questa unica citazione metaforica sembra comunque una tantum, e slegata dagli usi successivi sviluppatisi negli anni Venti.

Anni Venti: “The Big Apple” entra nel linguaggio locale (passando per le corse dei cavalli!)

In questo periodo si iniziò a parlare con una certa frequenza di “Grande Mela”, associando il soprannome a New York, inizialmente nel gergo ippico, e successivamente nel gergo locale.

Fu John J. Fitz Gerald, redattore sportivo del New York Morning Telegraph (un giornale dedicato soprattutto alle notizie teatrali e alle corse di cavalli), a scrivere per primo di “big apples” (“grandi mele”) riferendosi ai premi assegnati nei campi di gara di New York City e dintorni.

Fu quello, quindi, il momento in cui si iniziò a parlare di Grande Mela come sinonimo di grande successo.

Fitz Gerald utilizzò il termine per la prima volta nella sua rubrica il 3 maggio 1921.

J. P. Smith, with Tippity Witchet and others of the L. T. Bauer string, is scheduled to start for “the big apple” tomorrow after a most prosperous Spring campaign at Bowie and Havre de Grace.

“J. P. Smith, con Tippity Witchet e altri della corda di L. T. Bauer, inizierà domani per “la grande mela” dopo una campagna di primavera molto prosperosa a Bowie e Havre de Grace.”

L’onesto Fitz Gerald, comunque, non si professò mai l’inventore del termine “Grande Mela” in riferimento a New York City.

Al contrario, disse di averlo sentito a New Orleans nel 1920 da due stallieri afroamericani, che parlavano di “The Big Apple” in riferimento agli ippodromi di New York.

In tutti i casi, grazie alla rubrica di Fitz Gerald (chiamata “Around the Big Apple”), alla fine degli anni Venti, la dicitura “Grande Mela” aveva assunto un significato più ampio.

Infatti, era stata adottata dai newyorkesi e indicava ormai l’intera città e non più solo il circuito di corse di cavalli di New York.

Dagli anni Trenta alla fine degli anni Cinquanta: il nickname viene usato, poi nascosto in un cassetto

“The Big Apple”, quindi, entrò sempre più nel gergo locale e vi rimase per alcuni decenni, lasciando numerose tracce.

Per esempio, negli anni Trenta divenne popolare una canzone (con relativa danza di coppia e in cerchio) intitolata, guarda caso, “The Big Apple“, e alcuni locali notturni della città si diedero lo stesso nome.

Negli anni Quaranta e Cinquanta, poi, scrittori come Walter Winchell utilizzarono il termine nelle loro opere.

Tuttavia, alla fine degli anni Cinquanta il soprannome fu messo da parte: le persone non parlavano più di New York City come di una Grande Mela.

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Anni Settanta: torna in auge “The Big Apple” e tutto il mondo impara che New York è la Grande Mela!

All’inizio degli anni Settanta, la città viveva una crisi fiscale e un pesante indebitamento. Fu allora che qualcuno si ricordò del vecchio soprannome e ne intuì il potenziale.

“The Big Apple” avrebbe infatti ricordato alle persone che New York era stata una città forte, e che poteva esserlo ancora!

Il nickname divenne allora una campagna promozionale messa in campo dall’autorità di marketing e turistica di New York, al tempo diretta da Charles Gillett (la New York Convention and Visitors Bureau – oggi NYC & Company), realizzata dall’agenzia pubblicitaria Ogilvy & Mather, fondata a New York e che non a caso è una delle più importanti del mondo.

La campagna, che comprendeva manifesti, annunci sugli autobus, in metropolitana, sui giornali e in TV, faceva leva sul rapporto di amore-odio tra New York e i suoi abitanti.

Lo slogan principale Bisogna essere un po’ pazzi per vivere a New York”, era declinato in diverse varianti, come:

  • Pazzi per i musei. Noi ne abbiamo 95.
  • Pazzi per i ristoranti. Ce ne sono centinaia.
  • Pazzo per le spiagge. Ce ne sono più di 10 miglia.

Insomma, si trattava di una vera e propria dichiarazione d’amore per la città, accompagnata dall’immagine dello skyline di New York sovrapposto ad una mela di color rosso vivo.

The Big Apple era tornata!

L’agenzia non richiese alcun compenso per il suo lavoro, che realizzò pro bono, e in cambio ottenne gratuitamente la presenza sui media.

Questa efficace campagna, nella quale New York City era paragonata ad una mela rossa ed invitante, piacque a tutta New York e riuscì ad attirare anche l’attenzione del mondo al di là dei confini della città.

Il primo giornale a notare che i newyorkesi avevano finalmente confermato di essere un po’ pazzi fu l’International Herald Tribune di Parigi.

Il risultato? Oggi, per tutti, New York City è la Grande Mela e prevediamo che il suo soprannome non potrà mai più finire dentro ad un cassetto!

La dicitura “The Big Apple” ricorre nei testi di scrittori e cantautori, nella lingua parlata, e l’immagine della mela si ritrova anche sui souvenir dedicati alla città.

Varcando la soglia dei gift-shop newyorkesi, infatti, vi ritroverete circondati da mille e più gadget con

e, immancabilmente

  • Le immagini di qualche mela!
Souvenir di New York
Souvenir di New York: palline di Natale con immagini e simboli della città. Al centro spiccano quelle con la mela.

Le false notizie sull’origine di “The Big Apple”

A fare chiarezza sulle origini del soprannome sono stati lo storico Barry Popik e Gerald Cohen della Missouri University of Science and Technology.

Sopravvivono, però, diverse false etimologie riguardanti la nascita del termine.

→ Una teoria abbastanza diffusa è quella secondo cui la “Grande Mela” si riferirebbe alla prostituzione del XIX secolo a New York e sarebbe una metafora della mela di Eva.

→ Una “leggenda” derivata dalla precedente afferma che il termine fosse riferito ad una donna chiamata Eve che gestiva una casa di appuntamenti in città.

→ Un’altra versione afferma che durante il periodo della Depressione molti ex finanzieri viaggiavano dai loro cottage di periferia, vestiti elegantemente, per vendere mele per le strade di New York, con l’obiettivo di sbarcare il lunario.

→ Qualcuno sostiene che l’uso di “The Big Apple” per indicare New York City sarebbe stato coniato dallo scrittore Damon Runyon, ma nelle sue opere non ne è stata mai trovata traccia!

→ Altri affermano che il termine sarebbe nato nel gergo del mondo jazz, dato che i musicisti jazz di New York avevano cominciato a riferirsi alla città come alla “Grande Mela”.

Nessuna di queste teorie ha mai trovato riscontro. Casomai, questi racconti confermano che le “fake news” esistono! 🙂

C’è anche una “Piccola Mela”?

Sì. The LIttle Apple è il soprannome scherzoso della Roosevelt Island, la piccola isoletta di Manhattan.

Quindi, la grande mela contiene la piccola mela, come una matrioska!

Gli altri soprannomi di New York

New York city ha anche altri affascinanti soprannomi:

  • The City That Never Sleeps (La città che non dorme mai)
  • The City of Dreams (La città dei sogni)
  • Empire City (Città dell’impero)
  • Gotham City (proprio così: la città di Batman è in realtà New York)
  • Fun City (Città del divertimento)
  • The Capital of the World (La capitale del mondo)

Quale ti piace di più?

Per dovere di cronaca, devo riferirti anche il suo soprannome meno poetico:

  • The Big Onion (La grande cipolla)

In senso negativo, qualcuno infatti afferma che New York City si può sbucciare a strati come una cipolla fino a rimanere, piangenti, con un nulla di fatto in mano.

Qualche curiosità

→ Come riconoscimento del ruolo di Fitz Gerald nella diffusione del soprannome “Grande Mela”, nel 1997 il sindaco Rudolph W. Giuliani ha firmato una legge che ha designato come “Big Apple Corner” l’angolo sud-ovest di West 54th Street e Broadway.

Qui John J. Fitz Gerald visse dal 1934 al 1963.

Big Apple Corner a New York
Il cartello stradale del Big Apple Corner a New York.

→ Tanti eventi e luoghi di New York City hanno la mela nel nome! Per esempio, The Big Apple Theater Festival, The Big Apple Anime Fest che si è tenuto dal 2001 al 2003, il circo The Big Apple Circus.

Anche in luoghi, immagini e opere d’arte fuori dagli States, “The Big Apple” ricorre spesso e volentieri. Per esempio, viagginewyork ha la mela nel suo logo! L’avevate notato? ?

→ Al New York-New York Hotel and Casino di Las Vegas si usano dei mazzi speciali di carte da gioco dove il seme cuore è sostituito dalle mele.

→ Come accennato, i musicisti jazz hanno usato per lungo tempo il termine “la Grande Mela” per riferirsi alla città. Dicevano: “Ci sono molte mele sull’albero del successo, ma quando si sceglie New York City, si sceglie la Grande Mela“.

Insomma, suonare nella Grande Mela era considerato tutta un’altra cosa. Da “Big Fan” della “Big Apple” non possiamo che essere d’accordo con loro.

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