11 settembre 2001-2014
Sono passati 13 anni, New York si รจ rialzata, dalle sue ceneri sono nati nuovi grattacieli, nuove stazioni, nuovi musei, ma purtroppo il clima mondiale non sembra cambiato molto da quei terribili istanti. Venti di guerra continuano a soffiare e per questo ci sembra ancor piรน doveroso continuare a ricordare quel giorno infausto.
Dicono che tutti ricordino dove si trovavano durante la tragedia. E per me รจ cosรฌ: all’epoca ero un diciassettenne, avevo litigato con la fidanzatina dell’epoca e per andarmene subito da casa sua, mi ero fatto oltre 20km a piedi sotto il sole ancora estivo di Cagliari. Era proprio una giornata strana. E tu ricordi dove ti trovavi? Condividilo con noi.
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Quel giorno ero a Trieste per fare un corso sull’ uso di un gestionale PC. Era la prima volta che mi allontanavo da casa per lavoro e lasciavo i miei figli di 2 e 6 anni a casa della nonna. A metร mattinata notavo molta agitazione negli uffici del mio fornitore software e le linee internet non funzionavano piรน molto bene.Non mi preoccupai eccessivamente e forse chi aveva organizzato il corso non aveva molto interesse ad interrompere le lezioni. Quando nel primo pomeriggio, risalita in auto per tornare in fretta dai miei bimbi, accesi la radio, fui colta dal panico: un caos totale nelle informazioni, unica cosa certa che era in atto un attacco terroristico che era costato la vita a moltissime persone. Era come se fossi stata catapultata dall’ altra parte dell’ oceano,provavo la sensazione che anche i miei figli fossero in pericolo e la mia paura piรน grande era quella che fossero soli, con la mancanza della presenza della mamma che potesse incoraggiarli. L’ autostrada era molto trafficata e sembrava che ogni minimo particolare potesse posticipare il mio ritorno a casa.
Il sorriso dei miei bambini estranei alla tragedia, la loro serenitร ed il loro abbraccio furono magici. Ebbi la sensazione per giorni che ciรฒ era accaduto quel giorno avrebbe cambiato la storia e la vita di migliaia di persone che uscite di casa la mattina accompagnate dal sorriso dei loro bimbi, non sarebbero piรน tornate.
Quel giorno ero in ufficio e qualcuno da casa ci telefono per informarci che avevano attaccato le torri gemelle a New York. Inizialmente nessuno ci credette pensammo ad un incidente aereo ma poi guardando le immagini live sul pc vedemmo il secondo aereo schiantarsi in diretta. Poi la prima torre crollare . I Tg di tutto il mondo ne parlarono tutta notte Il giorno dopo la sensazione u di paura…cosa succederร all’occidente? Migliaia di persone erano morte..l’aereo presidenziale non poteva atterrare… Tutti i voli ( e dico tutti) da e per gli Stati Uniti e tutti i voli interni erano stati cancellati … I ponti erano stati chiusi. Le borse di tutto il mondo avevano bruciato miliardi si miliardi di dollari… Il valore della moneta statunitense era crollato insieme alleue torri…..sembrava l’inizio della fine …. L’incubo che avessero vinto loro.
Poi invece l’America si e’ ripresa … Piano piano. Sono stata a New York a giugno… Dove c’erano le torri cii sono due fontane … Sotto c’รจ un museo… Hanno ricostruito tutto e la torre n 1 ( free dom tower) e’ stata inaugurata. Ma quello che mi ha fatto commuovere e’ un albero… Che no ha nessuna targa… Nessun segno di riconoscimento… Ma che รจ’ molto piรน grande degli altri..quell’albero e’ sopravvissuto al crollo di 12 grattacieli… E il segno della speranza
Ricordo benissmo anch’io dove mi trovvo e cosa stavo facendo. ero a novara, a letto, leggermente assonnata, con la tele accesa e quando vidi la prima il primo aereo che falciava la Torre, ero convinta che si trattasse di un film e non diedi importanza, ma la cronaca piazzata lรฌ con il volto di emilio fede mi fece raggelare. non poteva credere a quello che stava accadendo. mi alzai e seguii la telecronaca con un dolore addosso, e piangevo, come se avessi perso una persona cara.
Mi trovavo a casa nella pausa pranzo e dopo aver seguito come di consueto il telegiornale zappingavo sui vari canali, quando ad un certo punto sono arrivata, forse su Rai1, dove in primo piano campeggiava l’immagine della prima torre colpita, dalla cui cima uscivano fumo e fiamme. Le prime notizie erano caotiche e frammentarie, le immagini in sovraimpressione recitavano “In diretta dal World Trade Center New York”. Il commentatore attonito quanto noi non si spiegava cosa fosse esattamente successo e come mai un aereo fosse finito cosรฌ fuori rotta e si fosse schiantato proprio su una delle torri nel cuore di Manhattan. Poi improvvisamente, ho visto sopraggiungere il secondo aereo ed a quel punto tutto รจ stato piรน terribilmente chiaro. Stavamo assistendo in diretta ad un attacco terroristico e il mondo non sarebbe stato piรน lo stesso. Allora non ero mai stata negli Usa, poi nel 2010 andai per la prima volta a New York, cittร che amo e sono andata a Ground Zero a vedere i lavori che alacremente progredivano. Ci sono tornata nell’agosto del 2012, fatalmente nell’estate in cui, nel paese dell’Emilia in cui abito, avevamo appena vissuto l’esperienza di un terremoto e vedere che il Memorial ai caduti era completamente terminato e che anche i lavori del nuovo grattacielo procedevano spediti, mi ha dato forza.
11 settembre 2014 ore: 14:06
avevo 15 anni e stavo facendo a i corsi di recupero pomeridiani a scuola con altri miei compagni. All’improvviso il Proff. mentre stava spiegando riceve una telefonata dal suo cellulare, un suo amico era in vacanza con la famiglia a New York, e quegli attimi sono rimasti vivi ancora nella mia mente.
il proff. ci disse: “ragazzi ho appena ricevuto una notizia sconvolgente, a New York sono precipitati due aerei… non so altro, ma la lezione si conclude qui, tornate a casa.”. Io ancora non capivo la gravitร dell’accaduto. Cominciai a correre con quel caldo di settembre e giunto a casa accesi la TV, e tutte dalla Rai a Mediaset trasmettevano quelle immagini strazianti delle torri in fiamme, le persone che per non muorire bruciate si buttavano dagli ultimi piani e schiantavano a terra, i pompieri che eroicamente si sono sacrificati per salvare delle vite. Ma quello che non scoredrรฒ mai sono anche le immagini che provenivano da Islamabad, Giacarta, Mombasa, Beirut ecc. ecc. di persone urlanti di gioia per la strage appena avvenuta. Li ho capito che spesso nell’uomo vince piรน l’odio che l’amore o la compassione per il prossimo.
Avevo 7 anni, vivo in Italia ma ho l’America nel cuore per via della cittadinanza, tramandata da mio padre… Ricordo angoscia, frastuono e profondo dolore, trasmesso dai mass media in tilt. Non chiedo soltanto il formale minuto di silenzio, ma valori universali della fratellanza, della solidarietร e del rispetto, di cui in questi giorni si sente piรน che mai il bisogno.
io quel giorno lo ricordo come fosse ieri.. ero in ufficio, con la radio accesa … la notizia la sentii per caso.. la filodiffusione era bassa.. avvisai tutte le colleghe.. ma inizialmente sembrava una cosa da poco..le notizie erano frammentarie.. si, c’era forse stato uno scoppio su una delle Torri Gemelle…forse del fuoco…. poi quando si รจ capita la gravitร della cosa, รจ calato un silenzio irreale… si ascoltava la radio, incredule, piangendo…e il desiderio era solo quello di tornare a casa per capire, tramite la tv, quali fossero le motivazioni di tale orrore…. ancora oggi se ci ripenso mi vengono i brividi.. Lo scorso anno sono stata a Ground Zero.. non potevo non andarci… e quelle fondamenta, diventate fontane, con il loro scrosciare d’acqua, non potro’ mai dimenticarle… oggi come allora, il mio pensiero รจ per New York e la sua immane tragedia..
Mi trovavo in una grande multinazionale che lavorava la biglietteria della IATA, ci arrivarono delle telefonate inquietanti da parte di una delle compagnie aeree. Un’aereo (il loro) si era schiantato su una delle torri gemelle…inizialmente pensammo ad un’errore, ma dall’altra parte la persona piangeva.
Era iniziato…poi arrivarono le immagini vere.